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Tutti i
giochi linguistici finora presi in esame, sfruttano i diversi
significati che le parole possono assumere, senza subire alcuna
alterazione di scrittura.
All’estremo opposto, si collocano quei giochi, chiamati genericamente
anagrammi, basati sui diversi significati che le parole e le frasi
possono assumere, quando le loro lettere vengono, invece, sottoposte a
degli spostamenti, più o meno accentuati (senza subire, però, altri tipi
di modifiche).
Da un punto di vista formale, esistono diversi modi di comporre degli
anagrammi, in quanto sia l’insieme di lettere iniziale, sia quello
risultante, può corrispondere a una o più parole, o a una frase.
Alcuni significativi esempi di anagrammi, di vario genere, possono
essere i seguenti.
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parola |
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parola: |
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oasi = saio;
bianca = cabina;
romanico = armonico; |
• |
parole |
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parola: |
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prete / mola = temporale;
corde / liana = calendario;
sere / notti =
estintore; |
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parola |
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frase: |
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birillo = il libro;
gendarmeria = regina madre;
cinematografo = rima
con fegato; |
• |
parole |
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frase: |
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colto / spedita = colpo di testa;
cielo / astro = lo sciatore;
merlo
/ capinera = cerniera lampo; |
• |
frase |
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frase: |
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l’ora di cena = l’Arca di Noè;
visione d’arte = rosa dei venti;
l’asma bronchiale = ballo in maschera. |
Curiosità storiche
Le
origini del meccanismo dell’anagramma si perdono nella notte dei tempi;
la sua ideazione viene attribuita al poeta greco Licofrone da Calcide (III
secolo a.C.), il quale dal nome del suo re, Ptolemaios,
trasse: Apo melitos (di miele) e da quello della sua
regina, Arsinoe, ricavò: Eras ion (violetta
di Giunone).
Adottato
come chiave di lettura dai cabalisti ebraici per l’interpretazione di
alcuni passi del Talmud, l’anagramma è stato utilizzato per
indagini di natura religiosa, anche in ambiente cristiano. In
particolare, un monaco del XV secolo, dalla domanda: Quid est
veritas? (Qual è la verità?), posta da Pilato a Gesù (Giovanni,
XVIII, 38), ricavò la sacrale risposta: Est Vir qui adest
(È l’Uomo che ti sta dinnanzi).
Nel
Medioevo e nel Rinascimento, gli alchimisti avevano l’abitudine di
ricorrere alla tecnica dell’anagramma, per tenere segreti i risultati
dei loro esperimenti. Si narra che anche Galileo Galilei ricorse a un
espediente simile, per aver il tempo di verificare una sua scoperta
astronomica, senza correre il rischio che qualcuno potesse toglierne la
priorità. In Europa, la pratica dell’anagramma conobbe una larga
diffusione presso gli ambienti colti, soprattutto in Francia, verso la
metà del XVI secolo. Contagiato da tale moda, il re Luigi XIII insignì
della carica di Regio anagrammista, l’avvocato Tommaso Billon,
che aveva ricavato dal suo nome ben 500 anagrammi.
All’inizio
del XIX secolo, lo stesso meccanismo cominciò a essere utilizzato anche
come strumento di satira politica. Una celebre pasquinata contro
Napoleone Bonaparte, era composta da questa graffiante sequenza di
anagrammi:
•
Buonaparte:
• pane rubato,
• bruto a pena,
• buon a parte
• tò! Ruba pane!
• A te par
buon?
Verso
la fine XIX secolo, con la pubblicazione delle prime riviste di
enigmistica, l’anagramma assunse sempre di più marcate connotazioni
ludiche, riuscendo a imporsi nel tempo come il gioco linguistico per
eccellenza.
Casi notevoli
Un
anagramma si ammanta di oggettivo pregio, quando la frase risultante
presenta delle evidenti attinenze di significato con quella iniziale.
Qui di seguito, sono riportati alcuni significativi esempi a riguardo.
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cuore materno |
un amore certo |
• |
l’eroica lotta del Piave |
è la vittoria dell’epoca |
• |
amo un prestito di denaro |
ma da non restituire dopo |
• |
una perla di moglie costa
assai |
è migliore una tassa da
scapoli |
• |
la donna è mobile qual piuma al
vento |
ma poi quand’ella t’ama volubile
non è |
Anagrammi
di questo genere sono tanto più sorprendenti, quanto minore è la
quantità di lettere in gioco. Una caso ragguardevole, si ha quando,
anagrammando una sola parola, si riesce ad ottenere una frase in grado
di definirla, come negli esempi qui di seguito riportati.
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- Lugano = un lago
- Saturno = un astro
- adulterio = il duo a tre
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- legislatore = stila
regole
- bibliotecario = beato coi libri
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Aspetti matematici
Le
stupefacenti potenzialità offerte dal gioco dell’anagramma hanno una
giustificazione matematica. Il numero totale delle diverse permutazioni,
ottenibili mescolando un insieme di N lettere, infatti, è dato dal
prodotto di tutti i numeri interi compresi tra 1 ed N. Di conseguenza,
mentre con 3 sole lettere le permutazioni possibili sono soltanto: 1 x 2
x 3 = 6, con quattro lettere salgono già a: 1 x 2 x 3 x 4 = 24, con 5
lettere arrivano a: 1 x 2 x 3 x 4 x 5 = 120, e così via... Non è
difficile rendersi conto che la loro quantità cresce vertiginosamente
con l’aumentare delle lettere di partenza.
Tanto
per fare qualche esempio: con 10 lettere il numero di permutazioni si
avvicina ai 4 milioni (10! = 1 x 2 x 3 x 4 x 5 x 6 x 7 x 8 x 9 x 10 =
3.628.800); con 13 supera i sei miliardi (13! = 1 x 2 x 3 x 4 x 5 x 6 x
7 x 8 x 9 x 10 x 11 x 12 x 13 = 6.227.020.800), mentre con 15 arriva a
oltre 1.300 miliardi (12 x 3 x 4 x 5 x 6 x 7 x 8 x 9 x 10 x 11 x 12 x 13
x 14 x 15 = 1.307.673.436.500).
Ovviamente,
la maggior parte degli aggregati di lettere così ottenibili, è composta
da parole prive di senso compiuto. Inoltre, il loro numero effettivo si
riduce sensibilmente, nel caso, molto frequente, in cui alcune lettere
sono uguali. Ciò nonostante, se si ha a disposizione una discreta
quantità di lettere, il numero di anagrammi potenzialmente ricavabili è,
comunque, sempre piuttosto alto e lascia ampi spazi di libertà alla
ricerca creativa.
Onomanzie
Un
anagramma viene detto onomanzia, quando si manipola il
nome di una determinata persona e il significato della frase ottenuta
ricorda, in qualche modo, una caratteristica di tale persona. Questo
particolare gioco ha una tradizione molto radicata nel tempo, anche
perché il meccanismo dell’anagramma è nato proprio sotto questa forma,
nel III secolo a.C.
Nel
passato, l’onomanzia è stata utilizzata a fini celebrativi, di carattere
prevalentemente religioso. Alcuni significativi esempi a riguardo, tutti
piuttosto antichi, possono essere i seguenti.
•
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Giuda Iscariote |
die’ guai a Cristo |
• |
Stefano Protomartire |
santo morto fra pietre |
• |
San Gregorio Magno |
gran seggio romano |
• |
Girolamo Savonarola |
saliva al rogo romano |
• |
Santa Teresa d’Avila |
destinata a salvare |
Il
potenziale profetico contenuto in questo tipo di anagrammi ha sempre
eccitato la fantasia umana. Molte persone sono profondamente convinte
che il destino di un individuo sia contenuto nelle lettere che
compongono il suo nome. In realtà, come si è visto, l’elevato numero di
possibili permutazioni ricavabili con un adeguato insieme di lettere,
consentono matematicamente di ottenere tutto e il contrario di tutto;
quindi, anche delle frasi dotate di un significato mirato.
A
conferma di tale affermazione, si consideri, ad esempio, che nel
Risorgimento, alcuni fautori dell’Unità d’Italia, composero il seguente
anagramma elogiativo:
•
|
Vittorio Emanuele Secondo |
Roma ti vuole e Dio consente |
Dallo
stesso nome, però, alcuni esponenti dello Stato Pontificio, ottennero la
seguente frase dispregiativa:
• |
Vittorio Emanuele Secondo |
Né Dio, né Roma vuole te, costì.. |
Composizione di onomanzie
Se si
possiede una buona dose di pazienza, è possibile ottenere buoni
risultati, in tempi relativamente rapidi, osservando i seguenti basilari
accorgimenti.
1. È consigliabile effettuare i vari tentativi, non scrivendo su un
foglio di carta, ma manipolando un adeguato insieme di letterine mobili
(come quelle in dotazione allo Scrabble o ad analoghi giochi in
scatola). In questo modo, infatti, oltre a non perdere tempo in una
serie di cancellature e riscritture, è più agevole controllare che le
lettere di partenza siano esattamente quelle di arrivo (regola
fondamentale degli anagrammi).
2. Bisogna riuscire a comporre già dall’inizio (quando le facoltà di
scelta sono massime), almeno una parola che presenti forti attinenze con
le caratteristiche del personaggio in questione. Successivamente,
infatti, quando il campo delle possibilità si sarà necessariamente
ridotto, sarà molto più difficile riuscire in tale intento.
3. È bene comporre le prime parole, utilizzando delle lettere che
consentano di ridurre, nell’insieme rimanente, un’eventuale eccedenza
iniziale di vocali o di consonanti. Nella nostra lingua, infatti, è
molto difficile riuscire a completare una frase se, alla fine, restano
troppe vocali o, peggio ancora, troppe consonanti. Per evitare analoghe
complicazioni finali, è anche opportuno cercare di impiegare, in questa
stessa fase, le lettere potenzialmente più scomode da combinare, come,
in particolare: «b», «f», «g», «h», «p», «q», «z» «v», «u» (e,
ovviamente, tutte le lettere straniere).
4. Intorno alle parole così ottenute, bisogna cercare di comporre una
frase grammaticalmente corretta, dando un senso a tutte le lettere non
ancora utilizzate.
Ad esempio, se si vuole anagrammare il nome di Roberto Benigni (6
vocali e 8 consonanti), bisogna isolare inizialmente un gruppo di
lettere che, possibilmente, presenti l’eccedenza di qualche consonante.
Tenendo conto di questo vincolo, una parola idonea a caratterizzare il
personaggio in questione, può essere: birbone (3 vocali e 4
consonanti), che assorbe anche le due «b», abbastanza scomode. Con le
lettere rimanenti (e, g, i, n, o, r, t), è possibile ottenere, tra
l’altro, la locuzione: tingo re e le parole ritengo,
ritegno e integro. Quindi, si possono comporre i seguenti
anagrammi: tingo re birbone, ritengo birbone, ritegno
birbone e integro birbone.
Di questi tre, l’ultimo è sicuramente il più lineare e appropriato;
possiamo porre, quindi: Roberto Benigni = integro
birbone.
Onomanzie enigmistiche
Gli
anagrammi di personaggi famosi possono essere proposti in forma
enigmistica, se si espongono le frasi risultanti e si chiede di risalire
ai rispettivi nomi di partenza. Per rendere possibile la soluzione di
giochi del genere, è buona norma fornire alcune indicazioni aggiuntive,
come nel seguente esempio (di Mister Aster).
Tutti i
seguenti anagrammi riguardano esponenti di spicco della letteratura
italiana, sia uomini che donne, appartenenti a varie epoche.
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E’ il Re: ha dignità! |
Dante Alighieri |
• |
Dosa alte rime. |
Matilde Serao |
• |
Sillabe amorali. |
Sibilla Aleramo |
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Alto nume e genio. |
Eugenio Montale |
• |
Emana l’estro. |
Elsa Morante |
Un modo
alquanto raffinato di proporre delle onomanzie enigmistiche consiste nel
legare le varie frasi risultanti, in modo da comporre un unico brano, di
significato attinente al settore di appartenenza dei personaggi da
indovinare, come nel seguente esempio (di Jo Kolog).
Ogni
riga della seguente immaginaria telecronaca, corrisponde all’anagramma
di un famoso calciatore che ha fatto parte della Nazionale Italiana,
negli anni ‘90.
• |
Baci nel tiro, |
Nicola Berti |
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cascate in tonfo, |
Stefano Tacconi |
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oggi bidona |
Dino Baggio |
• |
arbitri dementi, olé! |
Demetrio Albertini |
• |
Lì, fa vibrar l’azione |
Fabrizio Ravanelli |
• |
e poi, giù: pressing! |
Giuseppe Signori |
• |
Spinge giù in piena, |
Giuseppe Giannini |
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entra con i rombi |
Roberto Mancini |
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dritto a rete: boom! |
roberto di Matteo |
• |
Goal? No, però... |
Paolo Negro |
Composizioni anagrammatiche
Se si
dispone di un’adeguata quantità di anagrammi di uno stesso insieme di
lettere, è possibile riuscire a realizzare una raffinata composizione,
nella quale ogni riga corrisponde a un diverso anagramma del titolo e le
iniziali di tali righe, lette nell’ordine, formano il titolo stesso (acrostico).
Qui di seguito è riportato un significativo esempio, composto da
Mister Aster sul nome di Giampaolo Dossena.
Giampaolo Dossena |
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Genio, passo la moda: |
Io spando games, olà! |
A ogni mossa, pedalo; |
Mago, do la passione. |
Poi la massa gode, no? |
Asso, pongo l’idea,
ma... |
Ogni moda passa, olè! |
Là, m’adagio pensoso: |
Odo il magone. Passa... |
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Dopo, assalgo manie |
O plasmo soda genìa? |
Sapendo solo magia, |
Spingo la dama e oso. |
E domani passo al go... |
Nome dal passo gaio, |
Adesso mangio: oplà! |
Un altro modo di utilizzare la grande quantità di anagrammi ricavabile
da una frase di un’adeguata lunghezza, consiste nel realizzare un
componimento in rima, nel quale ciascun verso contiene le stesse lettere
del titolo. Ecco un significativo esempio, di impostazione pacifista,
composto da Mister Aster, all’inizio dell’anno in corso.
(Nel
gennaio 2004 abbiamo aggiunto anche quello relativo al 2004) [nota di
parole.tv]
L’anno
duemilatre è arrivato
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L’anno duemilaquattro è arrivato
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E un’età vola tra orrendi mali: |
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Qua, l’Era nuova tenta molti ardori... |
reiterando un’amorale viltà, |
E, allora, vedrò un’ottima quartina? |
trova un’Era da linee mortali... |
No. Al Qaeda vanta tumulti e orrori;
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Numi, è torva l’odierna realtà! |
l’Iraq, a lutto, aduna morte e rovina. |
Venerando il rituale armato, |
Dio, venuto qua in Terra, allarmato, |
l’Umanità vota il Nero ed erra; |
trova l’Uomo ad anelare quattrini: |
dura in eterno il male varato |
quanto valuterà il denaro mirato? |
e allarma Dio, venuto in Terra... |
Lo ama, quando urla tra torte e vini! |
L’ondata umana eviti l’errore; |
E il lutto quanto denaro mai varrà? |
maturare idolatrie non vale: |
Qua, l’umanità intera trova dolore, |
vinta l’idea, aumenta l’orrore... |
emula quantità d’errori a volontà... |
Torni la vita d’un amore reale! |
Tornerà, qui, la vita d’un alto Amore? |
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